Una bella giornata trascorsa assieme agli amici del CAI, domenica 13 ottobre 2019.
Partiamo di buon mattino da Cologno Monzese e in un paio d'ore di pullman ci portiamo a Varzo, località San Domenico (VB).
Il Rifugio CAI Pietro Crosta si trova nella splendida oasi del Parco Naturale Veglia-Devero, sulle Alpi Lepontine, nel nordovest del Piemonte, facilmente raggiungibile da Varzo tramite comoda e panoramica forestale in circa tre ore di cammino (dislivello di 550 metri).
Seguiamo una comoda mulattiera che porta alla piana dell'Alpe Solcio dove si trova il Rifugio compiendo una facile e stupenda traversata tra alpeggi, abetaie e radure (diff. T).
Si inizia lungo la strada forestale, prevalentemente nel bosco. La salita è piacevole e non ripida, con tratti boscosi che si alternano a luoghi più aperti e panoramici, con vista sulle vette della Val Divedro. Giunti a Dorcia sulla forestale la si abbandona, per continuare su sentiero, indicato come F14. Si alternano tratti di abetaie e radure, luoghi selvaggi e alpeggi tradizionali ossolani, con le case e le vecchie stalle e i fienili in pietra e legno, con i tetti in lose. La pietra e il legno raccontano la storia della “vita contadina”, dei periodi in cui tutti gli alpeggi erano regolarmente caricati, prima della “rivoluzione industriale” dell’Ossola, quando le aziende del fondovalle mutarono lo stile di vita di queste persone. Si prosegue, quindi, su sentiero, ancora nel bosco, passando dagli alpeggi dei Crosi e di Coatè, per poi giungere ad una radura, ai piedi del Cistella, ove è sito il rifugio.
Dopo la sosta per il pranzo con tempo libero, rientriamo a San Domenico seguendo un tracciato alternativo e suggestivo che si inoltra nel bosco (diff. E).
La storia del Rifugio. Nel 1947 si prospetta la possibilità per la Sezione del CAI di Gallarate di avere un altro rifugio, all'Alpe Solcio sopra Varzo dove esisteva il Rifugio Domus Nostra di proprietà di alcuni ex-allievi del Collegio Rosmini di Stresa. La proposta di acquisto venne formulata da Pietro Crosta, primo presidente della Sezione e allo stesso tempo ex-allievo rosminiano promotore della casa “Domus Nostra”. Nell'agosto del 1948 venne effettuata l’inaugurazione del nuovo rifugio che mantenne la denominazione “Domus Nostra” sino al 1957 quando venne intitolato a Pietro Crosta. Il rifugio venne per molti anni custodito saltuariamente da soci volenterosi che ne curarono anche la manutenzione. Nel 1970 venne affidato al Sig. Gilberto Fox, di Varzo, che lo tenne senza interruzione sino al 1992. Nel corso degli anni la costruzione venne notevolmente migliorata: in particolare sono stati ricostruiti in ampliamento i nuovi servizi igienici, è stata interamente rifatta l’adiacente legnaia – lesa da un enorme valanga caduta nel vallone di Solcio nell'inverno 1974.
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